Avventure di CLARICE VISCONTI, Duchessa di Milano, scritte da PIETRO MAROCCO. Milano Tip. Rusconi 1828.
Allorché nel disegno d'un'opera, il critico trova di non potere convenir con l'autore, ma ne' particolari riconosce non poche e non comuni bellezze, il mezzo meno ingrato e di rendere giustizia al merito, e d'informare i lettori, è, al mio credere, l'offrire un estratto non tanto dell'opera intera, quanto delle parti più belle, notando di passaggio quelli che al critico posson parere difetti. Questo farem noi nel dar conto della Clarice; e raccogliendo in poche pagine il bello di una parte di questa narrazione, indicheremo tacitamente all'A. come possa egli perfezionarsi, e diventare a poco a poco originale imitando sè stesso.
S'apre il Romanzo con un ritratto, alquanto abbellito, di Francesco I, occupator di Milano, il cui merito tra gli altri, era, dice l'Autore compiangere non insultare i vinti "Né corrivo agli altrui consigli, né di suo capo, usò le altrui abilità come sue". La sentenza, se non adattata all'eroe, è però sempre bella.
Viveva in Milano Clarice, figlia del morto Astolfo Visconti, leggiadra e virtuosa donzella. Eleonora, la madre, aveva sollecitamente pensato alla sua educazione: "a questa prima fonte d'ogni felicità e delle famiglie e delle repubbliche. Della gentilezza, per cui i menomi favori tanto vengono aggranditi, un dono peculiare della natura, anziché l'opera della madre, che di sì bella qualità andava alquanto sfornita, ne adornò Clarice. Apprese ella a non contraddire altrui, dove non fosse d'uopo in servigio del necessario vero o dell'onore, a non far pompa d'austerità importuna . . . Spesso dilettavasi la madre di seco menarla o nelle vie suburbane ad un quieto passeggio, od a condurre lieti giorni nella campagna: e Clarice preferiva que' quieti e spontanei diletti a quanti il lungo studio e l'arte s'affatica di produrre nelle città". Queste e simili idee, che a molti parranno comuni, e certo non son pellegrine, a noi paiono belle, e in libri che debbono correre le mani dei più non mai abbastanza ripetute: con più d'artifizio, se così piace, ma con non minore evidenza.
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