Iu-Kiao-Li, ou les deux Cousines, cioè Le due Cugine, romanzo cinese, tradotto dal sig. Abel RÉMUSAT, e preceduto da una prefazione, nella quale si trova il parallelo de' romanzi della Cina con quei dell'Europa. — Parigi, Moutardier, vol. 4, in 12.°, con figure.
Noi siamo d'avviso, al pari del traduttore di questo romanzo, essere la cognizione de' libri cinesi utilissima, poichè essa è atta a disvelare il genio di questo popolo straordinario assai meglio delle narrazioni de’ viaggiatori, i quali non hanno che alcun poco veduto ciò che raccontano, sebbene lo facciano con tale franchezza ed asseveranza da smentire ciò che ingenuamente si afferma da un inglese, che formava parte della famosa ambasciata: "Noi fummo ricevuti (diceva egli) alla Cina come mendicanti, trattati come prigionieri, e rimandati come ladri.... E come mai sovra cinque o sei membri del tribunale delle cerimonie, e sovra alcuni portatori di sedie giudicare di duecento milioni d'abitanti?" Cosa certissima è dunque che rintracciar conviene ne' libri cinesi i costumi ed il genio de' Cinesi. I loro romanzi, se giudicare si può da questo che annunziamo, giovar debbono mirabilmente a chiarirci intorno alle costumanze del paese, avendo gli autori di essi bastevole franchezza per non illudere i loro concittadini, contro de' quali maneggiano le armi del ridicolo con grande disinvoltura. Così pensa il traduttore: ciò non ostante ci è d'uopo combattere colle stesse armi di lui la dottrina ch'egli viene esponendo intorno a' romanzi storici. Imperocchè noi non saremo giammai per concedere che i romanzi, questi dilettevoli componimenti destinati a sollazzare l'inedia e l'ozio, possano divenire libri utili all'istruzione di coloro cui per le molte occupazioni manca il tempo di leggere la storia. Potrà forse negarsi che il tempo medesimo è necessario per leggere il romanzo e la storia, e che i buoni effetti non possono in alcun modo compararsi?
L'editore ha senz'alcun dubbio avuto al pari di noi non poche occasioni di gemere sulla vituperevole ignoranza di certi farfalloni della società, i quali avendo attinto la loro erudizione in madama di Genlis, in Walter-Scott ed in altri, vanno con ridicola balorderia giurando in verba magistri, e scioccamente guarentiscono l'esattezza di ciò che vien dato in luce dalla vagabonda fantasia del romanziere. Direbbesi ch'eglino alla Siria combattuto hanno nell'esercito di Ricardo cuor di Leone, che parteciparono, quasi persona terza, all'amorose confidenze di Luigi XII e di madamigella de La Fayette, che inteso hanno Richelieu dare i suoi ordini a Lanbardemont, che con madama di Maintenon e col padre La Chaisse chiamati furono alle conferenze di Luigi XIV, e che asciugate hanno le lagrime di madamigella La Vallière nelle Carmelitane. Nulla, e giova il ripeterlo, nulla supplire potrebbe alla verità raccolta nella storia o per mezzo di autentici documenti, o per la testimonianza di chi ha co' proprj occhi vedute ed esaminate le cose. Noi dunque nel romanzo cinese non ci faremo già a studiare la storia della Cina, ma bensì il costume del popolo, i suoi usi nella società, le sue occupazioni nella famiglia.
Le due Cugine ci presenteranno nella Cina, come nell'Europa, il vero merito rare volte obbliato. Noi vedremo a Pekin, come a Londra, a Parigi, a Milano, ecc., degli egoisti, de' furbi, degli ipocriti; ma forse non troveremo come nella Cina un giovane ben nato, pacifico al segno di accogliere alle sue nozze coloro che lo hanno indegnamente tradito, e che hanno tentato di soppiantarlo. Potremo ragionare, discutere e fors'anche ingannarci sulla dipintura di questi caratteri, senza però oltraggiare giammai una verità storica. Ma così non avverrebbe, se l'autore cinese abbandonandosi ad una focosa immaginazione osato avesse introdurre anacronismi, errori in geografia, avvenimenti apocrifi in cose relative alla storia della sua nazione. Il matrimonio del giovane Ssé con ambedue le proprie cugine può essere indifferentemente una verità od una finzione; ma nell'andamento, nel contesto dell'azione la condotta di Ssé, quella del sig. Pé, quella del sig. Gou, quella in fine di tutti i personaggi sono necessariamente verità che dall'autore raccolte furono all'intorno di sè stesso, e che ci offrono sicure cognizioni per giudicare dei costumi e dell’ indole de' Cinesi e ben definirne il carattere. Queste azioni dei differenti personaggi, questi colori, queste varie tinte, che dall'autore imprimonsi sovra la tela, tutte queste cose raccolte furono in mezzo della società, della quale ci si presenta la dipintura: egli non può ingannarci, e noi possiamo senz'alcun timore trarne sicure induzioni intorno ai costumi ed al genio de' Cinesi. Conchiudasi dunque che i romanzi storici, giacchè così chiamati furono dalla moda, sebbene questo titolo implichi una tal quale contraddizione, fannosi ad usurpare un tempo prezioso, il quale altrimenti consecrerebbesi allo studio della storia; ch'essi lasciano tracce proprie a far confondere l'errore colla verità, e non possono che nuocere ad una solida istruzione: laddove il romanzo d'immaginazione fatto per occupare i momenti d'ozio, ha se non altro il vantaggio di non indurre in errore, ed operare quelle così dette mistificazioni, delle quali non pochi lettori divengono la vittima, raccontando eglino di buona fedo come verità storiche ciò che rammassato hanno nel romanzo senza verun discernimento.
L'azione delle due Cugine è semplicissima e felicemente immaginata. Il carattere de' personaggi è disegnato e sostenuto con un ingegno che difficilmente s'incontrerebbe fuori della Cina. L'andamento non ne è giammai imbarazzato: la prescienza del lettore vi è spesse volte delusa; egli non senza maraviglia e sorpresa giugne allo scioglimento semplice e naturale al pari dell'azione. Dopo d'aver letto il romanzo, sappiamo che nella Cina trovansi donne avvenenti, colte e non gelose, padri teneri e cordialmente solleciti della felicita de' lor figliuoli, uomini di carattere che tutto sacrificano al proprio dovere, giovani altrettanto più saggi e studiosi, quanto che sanno che l'ingegno solo può condurre agli onori; ma sappiamo ancora che nella Cina, come in Europa, l'intrigo e l'egoismo esercitano il loro impero, che si provano ingiustizie ed inganni a Pekin, come a Londra, a Parigi, ecc. In somma questo libro vale assai più di un romanzo storico, e se non può collocarsi col don Chiscotte e col Gil-Blas, dee per lo meno porsi immediatamente dopo questi due sì celebri romanzi (Journ. génér. de la littér. de France.).