

Year | 1826 |
Issue | 21C |
Page(s) | 111-112 |
JENNY *storia americana d'*HILLIARD d'AUBERTEUIL tradotta da F. P. Lugano, Vanelli e C. 1825 in 32.°
Se questo romanzetto fosse tradotto un po' meglio, non dico sarebbe delizioso, poichè, dopo averci tenuti in gran pena, finisce collo straziarci il cuore, ma considerato come opera dell'arte ci lascierebbe assai soddisfatti. L'azione principale, che al solito è una storia d'amore, si lega in esso molto destramente alla storia della guerra, con cui gli americani del settentrione acquistarono la loro indipendenza. I costumi di questi americani posti a fronte de' costumi europei formano il più vivo contrasto. Un contrasto anche più vivo lo formano quelli de' selvaggi, al cui paragone la civiltà europea non è punto lusingata. Loderei indistintamente, come bellissimi, i caratteri dei personaggi, se non fossi un po' scontento di quello dell'eroina, da cui il romanzetto è intitolato. So che pazzie fa far l'amore alle più buone ragazze; so come può far loro chiuder gli occhi sulla rovina della famiglia o della patria per non vedere che il trionfo d'un amante. Non so che possa farle diventare ad un tratto oratrici di fazione, o attrici politiche contro un padre, verso cui furono sempre tenerissime, e contro una causa che prima era loro sì cara. Jenny sarebbe una creatura infinitamente più amabile e compassionevole, come sarebbe infinitamente più verosimile, se combattuta fra l'amore e il dovere, dopo avere indarno cercato di conciliarli, cadesse vittima di un inganno visibile a tutt'altr'occhio che al suo, e la sua morte fosse il primo dolore da lei dato all'eccellente suo padre. La lezione che l'autore vuol che si tragga dal suo romanzetto, non mi sembra nè ragionevole nè ben dedotta. "Temete, egli dice alle fanciulle innocenti, le conseguenze dell'amore, passione sì naturale e nel medesimo tempo sì funesta". Temete, dovea dir loro, di donare il vostro cuore a chi sotto graziose apparenze nasconde, come il seduttore di Jenny, la perfidia e la corruzione; un'imprudenza può costare la vostra vita e quella degli autori de' vostri giorni. E peccato che questi precettori di morale oltrepassino così spesso il segno convenevole. E se l'oltrepassa l'autore del romanzetto, non pensiate che il traduttore si tenga addietro. Ei dice che un governo saggio e illuminato deve riprovare i romanzi che dilettano a spese della morale; e qui ha piena ragione. Ma egli vuole di più che riprovi anche quelli, che danno al cuore una soverchia attività, la quale è penosa per sè stessa e può divenire funesta; e qui parmi che voglia troppo. Lasciamo stare che in sua bocca la pretesa fa ridere: se i romanzi, che danno al cuore soverchia attività, sono tanto pericolosi; perchè ha egli tradotto Jenny? — Ma ve ne sono di più pericolosi di questo — Lo credo; ma il pericolo è relativo; e non possono esserne giudici che i soli educatori. Volendo pur dare una sentenza o un consiglio, il traduttore dovea parlare ad essi, e lasciare in pace i governi che hanno troppe altre cure.