La Medullina, tragedia di Francesco PERSONI Veronese. – Verona, 1818, dalla Società Tipografica.
Dallo scrittore, che nella prefazione accomuna gli autori della Mirra e del Cianippo, non si poteva aspettare che una meschina tragedia, avess'egli avuto un argomento come la Merope: al vedergli poi per le mani cotesta Medullina era facile indovinare che cosa ne sarebbe riescito.
Una figlia, che sfiorata involontariamente dal padre, si fa scrupolo d'andar meno intera a marito, era cosa da spaventare Alfieri e Racine, non che il sig. Francesco Personi, ma questi volle darvi dentro, ed impastò un lavoro da farne vergogna al Ringhieri.
Ella sarebbe inutile impresa il cercar costanza ne' caratteri, verità nel maneggio delle passioni, e dignita nell'espressione e nel verso = Enigma è questo = Così strano per me, ch'io nol comprendo – O giorno = In cui sol di veder piangere io temo – Di tuo padre al dolor: deh! per pietade = Dona il don ch'io ti fei, se al mio non vuoi – Che posso dirti, s'ella a miei quisiti = Abbassa gli occhi? – Potria trar fors'anco (l'ira tua) La tua sposa a un crudel tragico fine, ed altri moltissimi versi di questo conio sono il linguaggio ch'ei mette in bocca alle più bollenti passioni. Nulla dirò delle costumanze romane frequentemente tradite, ma non m'è lecito dissimulare che la pubblica decenza non è rispettata abbastanza: in tanta lubricità d'argomento, giacchè pur s'era fatta la pessima scelta, prima cura dell'autore esser doveva l'evitare le descrizioni ed i racconti d'un fatto che voleva lasciarsi indovinare agli spettatori. Pochi cenni sarebbero bastati, ma il sig. Personi volle narrarci appuntino replicatamente la cosa, e senz'accrescere la chiarezza scemò il terrore tragico, chiamò il sorriso sulle labbra dei dissoluti, e meritossi l'indignazione de' più severi.
In mezzo a tanti difetti bisogna però confessare che non è scritta questa tragedia senz'alcun sapore di lingua, il che mi fa maggiormente dolere, che chi sarebbe pur atto a qualche cosa, si renda con imprese superiori alle sue forze affatto da nulla.