LALLA ROOK. Racconto orientale in prosa ed in versi di Tommaso MOORE, tradotto dall'inglese da Tito Povirio Catti, torinese. – Torino, 1818, presso la vedova Pomba e figli. Un vol. in 12 di pag. 247.
"Se la moderna poesia inglese è in gran parto derivata dalle sorgenti dell'Oriente, convien dire che questo poema contenga il più bel fiore dell'orientalismo. Le regioni del sole non hanno tramandati giammai più risplendenti raggi su quelle del Settentrione; i vezzi e le dolcezze dell'Asia non erano mai state prima sì largamente profuse, nè il suo fasto aveva fatto di sè più pomposa mostra ai dilettati sensi degli Europei, quanto in questa interessante composizione. Pare che alfine le leggiadre forme, gli odorosi profumi, il benefico folgore di Levante abbiano incontrato un Vate favorito in quella verdeggiante isola d'Occidente, alla quale da gran tempo si congetturò che avene compartiti i primitivi influssi un genio di più caldo clima, il quale tuttora in quelle voluttuose contrade, quasi nel suo natio elemento, si spazia e si compiace. Reca veramente meraviglia quella famigliar dimestichezza, che il sig. Moore appalesa colle usanze dell'India, della Persia e dell'Arabia, a segno di far comparire perfettamente asiatiche tutte le tinte e le immagini del suo poema. Il carattere delle sciene, a cui ci trasporta, è tratteggiato sempre con gran naturalezza, e contuttociò quella vasta sua erudizione riesce anche meno maravigliosa della destrezza ed apparente facilità, con cui se ne vale per compartire alle sue composizioni venustà e splendore. Non v'ha similitudine, descrizione, tratto di storia, allusione, anzi quasi un nome, che alle costumanze europee si riferisca, e non comprovi quanto sia intimo conoscitore del modo di vivere, dell'indole, delle discipline e dottrine orientali. Ne però sì fatti ornamenti appajono gettati a caso, o alla rinfusa, o per mera ostentazione, ma sempre anzi con gusto e discernimento sull'intero volume... Quanto ai caratteri ed ai sentimenti, sebbene neppur essi siano dall'indole europea interamente ricopiati, ed abbiano a dirsi piuttosto di poetica creazione, scorgesi nondimeno ch'essi scaturiscono dalle fonti dell'Europa ragionevole, colta, decorosa ed umana, e non dalla bambineria, barbarie e scelleratezza dell'Asia. Perocchè tutto fin ora ci comprova non esservi vero buon senso, onesta tenacità di proposito, commendevole bontà, e salda base d'onore, se non tra i figli d'Europa: ed i genoini lor discendenti".
Questo è il giudizio che dell'originale diede il giornale letterario scozzese Edimburgh Review. Il traduttore passa a render ragione del metodo da lui tenuto nella traduzione, e prima di tutto avvisa di aver omesso il racconto di Mocuma, ossia il Profeta velato, perchè in complesso troppo sente l'influenza di una scuola i cui dettami non sembrano dover essere senza modificazione accolti e adottati, massimamente nella nostra Italia. E in questo lodiamo l'ottimo gusto ed il savio divisamento del sig. Catti, e ci rallegriamo ch'egli non abbia abbracciati i delirj di quella scuola. In secondo luogo avverte di avere trasportato in prosa piuttosto che in versi il racconto degli Adoratori del fuoco, ad eccezione del tenere epicedio che conchiude la storia, tradotto in versi endecasillabi catulliani. Finalmente dice che lungi dal tenersi ad una traduzione strettamente letterale, ha giudicato opportuno valersi di una discreta libertà, la quale spera che non sarebbe disapprovata se ne rendesse partitamente le ragioni. Gl'Italiani dovranno saper grado al sig. Catti di questo libretto tradotto senza affettazione e senza stento; ma i più schizzinosi vi troveranno qualche parola non ammessa nel dizionario, e qualcuna neppure dall'uso, come sarebbe calmo adoperato più volte addiettivamente in mascolino; pag. 112. Tutto è calmo all intorno! – pag. 161 il sen calmo e libero; e altrove anche combatto per combattimento è voce di suo conio; vedi pag. 79. segnali di combatto e di morte. ecc., ecc., ecc.