Lauretta, dramma sentimentale di tre atti in prosa, della signora P. M. T. F. — Brescia, dalla tip. Vescovi, 1816, in 8.°, di pag. 85, nitidamente stampata.
(Se prestiam fede all'epistola dedicatoria promessa dal tipografo a questo dramma, si deve credere il primaticcio letterario frutto d'una Cenomana pastorella, che il terzo lustro ancora ancor non tocca. Ma una tenera fanciulletta tra i tredici e i quattordici anni, a meno che la malizia non preceda l'età, non può nè dee saper tanto innanzi nelle malvage arti della perfida seduzione; nè può nè dee aver famigliari i riboboli del Baldovini, e le Boccaccevoli smancerie, nè può nè dee ripetere le tante volte il nome di Dio, nè profanare la Provvidenza ed altre verità reverende, cose tutte di orribile mestura e incompatibili affatto coll'innocenza e riservatezza della sua età, del suo sesso e della sua condizione. Perciò il tipografo vorrà averci per iscusati se noi crediamo ch'ei sia benissimo l'autore della dedicatoria, in cui vi ha di tutto fuorchè il giudizio, ma non già che il dramma sia frutto primaticcio d'una fanciulla, che anzi frutto appare fradicio di un vecchio già libertino ed or bacchettone, perchè vi ha chi sostiene esso dramma essersi scritto e recitato molt'anni sono, perciò assai prima il felice concepimento, o fra i vagiti della giovinetta supposta. Ma sia di ciò qual si voglia, certo è che di questa cosa ninna più sciagurata e stucchevole s'è mai veduta. Un'orribile gragnuola flagella i campi di Basilio, già prode soldato, che vive in riposo coltivando un piccol podere colle sue mani. Questi è padre a Lauretta, giovane di quindici anni e due mesi, la quale in occasione di una festa di ballo data il giorno innanzi dal marchese di Cloncé, ricco possessore di que' contorni, rimane colpita dai vezzi di certo co. Luzi giovane parigino, intervenutovi perchè amico a Cloncé. Luzi anch'esso innamorasi di Lauretta, e profittando della sua bella semplicità medita condurla seco a Parigi e farne ciò che san tutti. A coprire lo scellerato divisamento largheggia coll'infelice Basilio sotto colore di liberalmente soccorerlo nella sua disgrazia, intanto dà le strette a Lauretta perchè lo segua. Vi si adatta costei (Att. 2. sc. 2), ma vorrebbe prima avvisarne suo padre, sicchè Luzi finge le solite smanie dei libertini, ed essa fa la solita smorfia di cadere svenuta, onde Luzi profittando della occasione, ajutato da Lesbino suo servo ribaldo, la trasporta in casa di Cloncé. Intanto Silvio contadino che amoreggiava Lauretta, la vede, ne avvisa il padre, questi accorre smanioso, si fa del fracasso, e finisce la scena col matrimonio di Lauretta e Luzi. In cotal fatto se vi ha pur ombra d'intreccio drammatico, se l'idea pure di situazioni sentimentali e patetiche, se un solo elemento dell'arte, lo vedranno i lettori. In quanto a noi, quel Basilio, oh! quel Basilio che brontolando ci fa la predica di fra Nastagio, e quel Silvio che ci recita il lamento di Cecco da Varlungo, e que' Cloncé, e que' Luzi che parlan la lingua di fra Guittone, oh! questi propio ci fan perdere la pazienza. Cara pastorella, Cenomana, maschio o femina, vecchia o giovine che vi siate datevi all'ago, ve ne scongiuriamo, datevi al ricamo o al telajo; lasciate i drammi sentimentali al novellier vostro padre, e lasciategli ancora la malinconia che gli frulla nel capo, le sì fatte disconvenevoli tresche, il viso arcigno, l'andarsi ingragnato, e le ciance cha v'han ristucca, per lo calabrone che traforavi il core; da che i grappoli a penzolone, e colui col potatoio, e quell'altro che (parlando di donne) mangia la pere monde, mentre v'ha chi ne annasa la foglie, le sono cose, sapete, che a voi non debbon piacere, e che in un dramma sentimentale non le comportano nemmeno i sedili.