


Issue | 7 |
Year | 1822 |
Page(s) | 248-297 |
LETTERATURA DRAMMATICA
SARDANAPALO; I DUE FOSCARI; CAINO: Tragedie di LORD BYRON, in 8. Murray, Londra, 1822.
In uno degli ultimi quaderni della Rivista d'Edimburgo, troviamo un articolo assai lungo intorno alle tragedie di Lord Byron qui annunziate.
Trattandosi di un poeta sì celebre, ed, oltracciò, di un'analisi, che ne par molto franca ed accurata estimiam di far cosa piacevole ai nostri lettori, dandone qui la versione.
E perchè nostro unico intento è quello di farne conoscer le opere, così quanto al merito letterario, come alle massime, senza ingerirci d'alcuna circostanza particolare, tralascerem tutto ciò che può alludere alla persona e a controversie private, o a fatti locali e politici, la cui notizia potrebbe muovere appena la curiosità di qualche Italiano.
Così, anche per isminuir la mole di cotesta scrittura, ne abbiam pretermesso quel passo, dove si qualifica il sig. Walter Scott come ingegno superiore a Lord Byron. Nella qual opinione (per quanto può valere il giudicio di uno straniero) non possiam consentire. Può darsi che quegli lo avanzi nella facilità, nella copia del dire, e nella varietà de caratteri e degli affetti: anzi effettivamente noi lo crediamo. Ma rispetto a profondità di pensamenti, ad evidenza d'imagini, a gagliardezza di passione, e ad una certa originale sprezzatura di guise, non è veruno scrittor brittannico vivente, che vinca l'autor del Corsaro e del Childe Harold.
Vero è, che per quel che concerne il gusto così nel genere delle cose come ne modi, non sapremmo affermare essere quel di Lord Byron il vero. E non diremmo neppure, ch'ei sia per fare in appresso cosa migliore di quei due poemi; parendoci, esser egli andato ne' componimenti successivi perdendo ognor più in energia, senza acquistar nella parte della varietà. Ma sfolgora qua e là nelle sue produzioni una luce così manifesta, ch'esser non potrà mai offuscata del tutto dalla caligine del tempo. E una luce sanguigna, soggiungeranno i suoi avversari. E sia. Così fatta suol apparire la luce di alcune comete, e dell'istesso bel pianeta di Marte.
Il peccato originale di Lord Byron, quello che gli tirò addosso tanto biasimo, è la pericolosa tendenza morale de' suoi scritti, e quel sempiterno trasfondere i più significanti tratti del proprio carattere ne' personaggi ch'ei crea. Noi non entreremo in quest'ultima parte, avendone detto abbastanza (se non troppo) l'autor dell'articolo. Ma riguardo alla prima, non possiam dissentire da lui. Mal si può leggere in fatti alcuna delle opere di cotesto poeta, senza deplorare la meschina comparsa e direm' quasi lo scherno, che ottien da lui la virtù. La quale, ove pur non fosse che un nome voto, esser dovrebbe nondimeno accarezzata e riverita, se non altro perchè un tal nome giovasse a rattemprare i trionfi del vizio. Anche l'umanità ha verso gli scrittori i suoi dritti. E chi non sente, o almanco non mostra riguardo pe' suoi sentimenti, esser potrà forse ammirato; — ma non lodato mai. M. LEONI.
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