HIT AND MISS, A qualunque rischio. — Commedia inglese.
Questa commedietta benché tutta tessuta di slegate avventure piace molto a Londra, e non interamente a torto. Essa è di miglior gusto di quella che analizzammo nel Num. 90. Qui almeno non si prende inospitalmente di mira alcuna estera nazione, e si fa la satira delle mode ridicole del paese per cui è scritta.
La passione pei cavalli, come ognuno sa, è spinta all'estremo in Inghilterra. Esiste a Londra un club, una società di giovani ricchi e di alta condizione che pongono la loro gloria e il loro piacere nel condurre una carrozza a quattro cavalli, senza postiglione, il che si chiama guidare four in hand (quattro in mano). Siffatti dilettanti avendo imparato i primi principj dell'arte loro dai cocchieri, e principalmente da cocchieri di carrozze pubbliche, i quali hanno maggiore esperienza e abitudine dei cocchieri salariati, professano per questa classe di mercenarj quell'ammirazione, quel rispetto e quella tenerezza che un buono scolaro si sente naturalmente per un buon maestro. Bello è quindi il vedere quei signori imitare i cocchieri, non solo nell'arte della frusta e delle redini, ma nel vestito, nel portamento, nel linguaggio e ne' costumi. Si dice anzi che quest'ultime qualità sieno quelle in cui meglio riescono, e che essi s'assomigliano a cocchieri, ma guidano come signori.
Comunque sia, uno dei personaggi di Hit and Miss è un giovane procuratore il quale, invece di liti, conduce il suo laudem (cabriolè a due cavalli, uno innanzi all'altro) e si rovescia dopo aver rovinato una povera vecchia passandole sopra. Quest'ultima circostanza farebbe probabilmente ribrezzo sul continente, ma a Londra gli spettatori se ne divertono come d'una graziosa bagattella. Egli ha un numero prodigioso di fazzoletti al collo e di redingotes tutte di colori diversi, e ciascuna col suo nome proprio; si toglie una gran quantità di quei vestiti e tutti quei fazzoletti, uno dopo l'altro, affettando i modi e le grazie del cocchiere, e ad un tempo del damerino. Fa risonare la sua lunga frusta, e declama colla massima volubilità alcune interminabili parlate in gergo tecnico. Per rappresentar bene questa parte si esige un attore di molto merito. Il celebre Garrick che non disdegnava di recitare qualche volta la ridicola parte d'Abel Drugger, garzone speziale, faceva sempre le delizie del pubblico per la maniera sola con cui legava i cordoni del suo grembiule, tanto era fedelmente copiata dalla natura.
Per ritornare ai gentiluomini-cocchieri essi portano a tal segno la verità nell'imitazione, che i loro cocchj sono fatti come i cocchj pubblici, e così esattamente che loro è accaduto di vederli talvolta risguardati sulla strada pubblica per vere diligenze, e di prendere passeggeri, dai quali poi il nobile cocchiere ha ricevuto, senza scoprirsi né lasciar trasparire la sua gioja, il prezzo dei loro posti.
La commedia che annunciamo, e di cui sarebbe inutile di sviluppare l'intreccio, stante la sua stravaganza, offre in una serie di scene vivacissime una pittura ben variata e spesso piccante della ridicolezza di quei finti cocchieri, Una commedia è buona, secondo noi, meno per l'architettonica perfezione dell'intreccio, che pel brio di cui è sparsa, e per le risa che eccita contro le frivolità, le sciocche usanze e i pregiudizj d'un paese.
Ora che l'anglomania s'è diffusa sul continente, e trova favore anche in Italia, il cenno che facciamo di Hit and Miss non è forse inopportuno. Quasi sarebbe desiderabile che questo divenisse argomento d'una buona commedia italiana, e che l'autore deridendo la scimiotteria dei nostri anglomani rilevasse la meschinità di quegl'ingegni che, abbagliati dalla grande fama di un popolo, si credono in dovere d'imitarlo in qualche cosa, e non l'imitano fuorché appunto laddove è risibile. Cortigiani del re macedone che, invece d'assomigliarsegli nelle doti eroiche, s'imbriacavano, e affettavano d'avere il collo storto come esso.
A.C.