Han d'Islande par VICTOR HUGO. Bruxelles, Wahlen, 1830. tom. 3 in 12.
Prego i Giovani filantropi e le signore sentimentali di non leggere questa storia romantica. Come potrebbe reggere la tenera sensibilità alle orride pitture delineate da M. Victor Hugo? Qui troverebbero un mostro a viso d'uomo, che beve nel teschio di suo figlio il sangue umano: un boja che scherzando impicca fratello; un uffiziale damerino dato in pasto ad un orso ecc. ecc. Ma perchè pubblicare questi orrori? La chiave dell'arcano si troverà nella storia della rivoluzione francese di M. Thiers, dove racconta il delitto ch'era una volta, l'essere moderato nelle opinioni. Certo se gli uomini del 1793 avesser potuto leggere due o tre romanzi, simili all'Han d'Islande; nè Couthon, nè Carrier, nè St.-Just avrebbero provato il dolore di osservare che il popolo era stanco di vedere ogni giorni 50 o 60 moderati condotti al patibolo.