I promessi sposi. – Storia milanese del secolo XVII.°, scoperta e rifatta da Alessandro Manzoni. – Volumi 3 in 8.° stampati da Vincenzo Ferrario.
Gran novità!... sento sussurare intorno... gran novità!... Ora che tutti l'abbiam letta ci venite a dare ragguaglio di quest'opera!... Ed appunto perchè tutti l'hanno letta e possono così con cognizione di causa giudicare del libro e del fatto mio, vengo ora a dirne qualche cosa, e come lealmente me la detta l'animo.
Appena uscita l'opera ognuno si fece a dire: è uscito un Romanzo storico di Manzoni. La celebrità del nome trasse tosto numerosissimi ammiratori all'acquisto, ed alcuni sempre fermi nel volerlo battezzare per Romanzo, lo trovarono sotto questo aspetto sterile e poco interessante. Trattasi, dicono quelli, di due paesani (Renzo e Lucia) che s'hanno a sposare e che un feudatario prepotente glielo impedisce con ogni sorta di mezzi; dopo gran traversie si sposano, e li finisce la dolorosa istoria, poichè tutti gli altri fatti e narrazioni s'hanno a considerare come altrettanti episodi, e formano invece il nerbo del libro. – Io rispondo a questa prima quistione, che il rinomato autore di tante belle poesie e di ben altri lodati componimenti non comincia dal dire sua propria quest'opera, e che quand'anche la si fosse, egli l'ha intitolata Storia milanese del secolo XVII.°... perchè dunque la si vuole un Romanzo?... Certo che se si fosse inteso di offrici un romanzo storico sulle traccie di Walter-Scott, doveasi innalzare fra più nobili subbietti la scelta de' protagonisti, onde l'interesse generalmente eccitato venisse per le avventure di personaggi degni veramente d'istoria. Ma non vediamo noi forse che appunto l'illustre Scozzese costretto a non smuovere se non storicamente dalle capitali o dai determinati luoghi i suoi personaggi illustri, inganna poi e tradisce il lettore facendo in un luogo accadere cose avvenute le mille miglia lontane, e ravvicinando epoche distantissime fra loro, e confondendo le costumanze e gli usi tutti propri di diverse età, soltanto per dare in un solo Romanzo istorico l'idea completa di varie avventure, di varie costumanze, e per stringere in un'epoca sola i varj periodi di una vita illustre?... Meno male sarà adunque che ideali sieno i personaggi e tali da poter essere mandati qua e là ove più brama l'autore, purchè storiche sieno le relazioni de' fatti che contiene il libro. – Meglio sarebbe, lo dicon tutti e lo dico anch'io, che la scelta cadesse sopra un'avventura d'illustri persone, e gli storici episodj corrispondessero a que' tempi per istruirne il lettore; ma qui sta la difficoltà, e non già la difficoltà d'invenzione, ma la difficoltà di rinvenire fatti interessanti contemporanei ad avventure particolari e specialmente amorose di persone degne d'istoria. – Risponderà taluno che assai comodo è formare un romanzo di tal sorta, poichè non è alla fin fine che una cronaca di quel determinato tempo collegata ad una novella amorosa qualunque ella siasi. – Sia pur facile e comodo l'inventare una novelletta amorosa per condire quell'arida parte istorica che vuol narrarsi, non sarà comodo nè a tutti facile sicuramente far buona scelta dell'epoca che vuol presentarsi, far che succosamente sieno le cose narrate, e la sana filosofia, la buona morale, la vera politica venga alla mente del lettore mediante la narrazione medesima; non sarà comodo il frugare centinaja di volumi e manoscritti per determinare alcune verità dapprima mal note; non sarà facile di belle e commoventi pitture descrittive adornare l'opera che si offre, nè sarà tanto comodo e facile mantenere le varie persone nel loro vero carattere, e fare che le ammonizioni di un cardinale Federigo Borromeo sembrino da quel medesimo chiarissimo porporato dettate e pronunziate; che le espressioni di un prepotente signore sieno le vere, e le sempre udite; che la compassione fraterna di un padre Cristoforo dipinga una rara pietà, ma probabile altronde in persone benemerite a Dio; che i tristi effetti di una forzata monacale reclusione sieno que' tanti mali che vediamo nell'opera del Manzoni vivamente scolpiti; non sarà facile nè comodo infine far sì che in ogni parte dell'opera rilucente ed esaltata veggasi la virtù, sotto rozzi panni, e in tutt'altri depresso e annichilito il vizio.
Voi dunque, prosieguon altri, ce lo date per un capo d'opera, per un non plus ultra: ed io che pur vorrei mi si prestasse la debil penna a que' maggiori elogi che amo tributare ad Alessandro Manzoni, dirò che questo libro è bello, interessante e migliore di tanti altri che menarono in questi ultimi tempi gran rumore, ma non perciò lo veggo privo di qualche pecca, nè tale da dirsi insuperabile. – È prima fra le cose ch'io prenderei a censurare una prolissità che sfinisce e stucca in più d'un luogo, e basti per accennarne uno il dire che la sommossa accaduta in Milano per la carezza del pane, e il saccheggio che voleasi dare ad una bottega di fornajo fa muovere il gran cancelliere Ferrer, per sedare il tumulto, e quattordici pagine belle, lunghe e larghe come sono, tutte vengono impiegate a descriverci l'andata non più di cento passi della carrozza di Ferrer circondata dal popolo. – Viene in secondo luogo l'inutilità di alcune nozioni che non fanno bella nè più interessante l'opera, e fra queste quello sciocco e lungo contrasto che nasce fra Bortolo e Renzo, il quale di tutto avea bisogno fuorchè di perdersi a cicalare sul nome di bagiano con cui sogliono i Bergamaschi distinguere i Milanesi. – Renzo poi lo trovo talvolta ingenuo fuor di misura, tal altra perspicace oltre la naturale sua condizione, ed atto a riportarmi perfino un'intiera predica del padre Felice; in qualche incontro mancante troppo di un necessario ardimento e facile a confondersi pel più piccolo imbarazzo, ed altrove di una fortezza d'animo che lo innalza all'eroismo, e pronto a pronunciar sentenze ed a filosofare più che non gli si convenga; furibondo amante della sua Lucia, talora passa molt'ore e giorni senza pur rammentarla; tratto alla città per quell'amore di cui tutto vive, n'è dimentico e spogliato per seguire que' tumulti che fanno d'ordinario allontanare anche i meno timidi ed i più avvezzi alle popolari sommosse. Illetterato com'egli è tiene corrispondenza per mezzo di un amico con Agnese, madre di Lucia, la quale fra l'altre accompagna una sua lettera di un soccorso a lui di cinquanta scudi..., e come dunque sta in seguito che Renzo non avesse fatto confidenza a nessuno di quel denaro avuto?... È Renzo perciò l'unico personaggio intorno al quale potrebbero insorgere ben fondate censure, e d'uopo avrebbe di una lima accurata la parte che lo risguarda. – Ma insieme strette tutte queste cose, non appariscono che nei fra mezzo a tante bellezze, e le copie di quest'opera furono in meno di due mesi tutte spacciate, e se ne fa ristampa a Torino, a Livorno, e si stanno preparando comiche rappresentazioni tratte dall'opera medesima, e finalmente si è aperta associazione nel negozio di stampe sotto il coperto de' Figini al n.° 4074 a dodici tavole litografiche che i punti più interessanti della storia rappresenteranno, essendo affidata a valenti artisti l'esecuzione dei disegni che nella dimensione corrisponderanno precisamente al formato dell'opera onde riuscirle di ornamento.