FLY BY NIGHT. La fuga notturna, Commedia.
Il teatro inglese che possiede un gran numero di tragedie del primo merito, ha come tutte le nazioni d'Europa, esclusa la Francia, un repertorio assai povero di buone commedie. Per offrire un'idea del genere comico che piace oggidì agli inglesi, daremo una analisi di alcune fra le commedie più recentemente applaudite selle scene di Londra, cominciando da quella qui annunziata.
L'azione comincia in casa d'un generale per nome Bastion, che vive in villa con sua figlia ed una sorella la quale governa la casa. Il generale che ha perduto la vista alla guerra, trenta anni sono, passa il suo tempo a raccontare le sue campagne; la sorella a leggere le gazzette e a vegliare sovra la nipote ch'ella vuol maritare ad un uomo di sua scelta, aspettato in quella sera medesima; e intanto la nipote ha fatto scelta di un altro.
Un ufficiale colla gamba di legno si presenta sotto il nome di colonnello Redoubt, attore principale nelle vecchie storie del generale, dacché questi parla sempre d'un tenente Redoubt che avea perduto una gamba nella stessa occasione in cui egli perdette gli occhi. È ricevuto come un antico amico, e trova ben presto i mezzi di far conoscere a madamigella Bastion ch'egli non ha una gamba di legno, ch'è giovane, e che altro non è fuorché l'amante suo travestito da vecchio militare. La coppia innamorata esprime cantando i sensi reciproci di tenerezza, e l'impossibilità di vivere altrimenti che amandosi. Bisogna dunque fuggire: vi sarà una sedia di posta in una certa ora alla porta del giardino.
Viene la sera: il generale, seduto al focolare, ricomincia le sue vecchie narrazioni; la sorella e tutta la famiglia s'addormentano, eccettuati gli amanti ed un servitore fedele. La sorella sempre sospettosa ha presa, nell'addormentarsi, la mano della nipote; non è piccola faccenda il ritirare destramente quella mano e sostituirvi ancora più destramente la mano d'un grosso servo, uomo di campagna, profondamente addormentato, il quale viene trasportato sovra lo scan della ragazza vicino alla zia. Si piglia quindi un fascio di chiavi che pende dalla cintola di questa, e si svigna. Il generale, cieco, racconta sempre, durante questo frattempo, e prosiegue a raccontare dopo la fuga degli amanti ad una udienza addormentata: questo fa un colpo di teatro. Ei stupisce finalmente che il suo vecchio amico Redoubt, ch'egli prende per testimonio di qualche circostanza memorabile, non risponda; e lo sollecita invano a spiegarsi.
Questa scena è finalmente interrotta dall'amante scelto dalla zia, il quale entra senza essersi annunciato e si maraviglia d'aver trovato tutte le porte aperte e tutti addormentati. La zia strabilia svegliandosi; e presenta sua nipote, della quale si crede di tenere la mano: ma ella trae con se quel balordo di staffiere. Costernazione, scoperta, furore, confusione generale. Presto i cavalli, una sedia di posta, e s'inseguono i fuggitivi.
Frattanto si muta la scena. È una osteria, casa di posta, il padrone e la padrona della quale, giovani sposi, cominciano già a dirsi le loro acerbette verità. Un corriere briaco comanda da cena, e cerca dei cavalli per due viaggiatori francesi (a french lord and lady). Una carrozza arriva poco dopo. Questa è la coppia di amanti che fugge. Sono presi pei french lord and lady, e il loro staffiere avvedendosi dell'errore ne profitta per assicurarsi dei cavalli preparati, che sono i soli nella stalla. Per meglio ingannare i padroni dell'osteria, egli parla un inglese barbaro, e da vero monsìr. Egli si pone, dopo aver pranzato, un pollastro che avanzava, in tasca; ciò che essendo una sozza spilorceria si reputa naturalmente dal volgo un costume francese, ed eccita grandi scoppj di risa. In nessun luogo quanto in teatro si manifesta la malevolenza che portano quegli isolani (intendiamo sempre della turba, e non dei filosofi, i quali sono tutti compatriotti in qualunque terra sieno nati) alla nazione del continente che sola gareggia coll'Inghilterra in potenza d'ingegno, d'armi, e d'industria. Tutto ciò ch'è francese è sempre posto in caricatura dagl'inglesi. Forse questa ingiusta disposizione alla scherno contro la nazione rivale, è salutare in quel paese, ed è mantenuta accortamente dalla politica. — Ma torniamo alla commedia.
Appena i due amanti sono partiti, ecco il vero french lord e la sua lady che arrivano. Non vi sono cavalli, non v'è cena; lunghissima spiegazione, malintelligenza ed equivoci ridicoli. Questo french lord è il signor conte Grenouille (Ranocchio); e per bene intendere tutto ciò che il nome di Grenouille ha di ameno e di spiritoso, bisogna sapere che il ranocchio è riputato essere un cibo prelibato in Francia, una specie di ghiottoneria nazionale. Onde Grenouille è qui una pretesa allegoria fina, e serve di stemma parlante al signor conte. È però da notarsi che anche questo è un ridicolo impropriamente applicato; essendo bensì vero che in Inghilterra le rane sono un oggetto d'avversione generale, mentre sovra alcune tavole in Francia se ne serve; ma essendo falso che questo cibo sia particolare ai francesi, e nè anco molto comune fra essi.
Ma in quanto al sig. conte Grenouille, egli fugge da Londra, ove crede aver passata la sua spada attraverso il corpo d'un amante di Madama. In mezzo alla conversazione, o per meglio dire alle altercazioni in lingua storpiata fra il conte e l'ostessa, arriva una terza carrozza di posta. È il vecchio generale Bastion che insegue sua figlia; vi è con lui il futuro suo genero, il signor Skipton. Il conte e la contessa si ritirano precipitosamente in una camera vicina, donde sentono che si tratta d'inseguire fuggitivi, e il conte si crede perduto allorché ode il nome di Skipton che è quello dell'amante di sua moglie il quale egli crede d'avere ucciso. Egli s'immagina che il vecchio generale sia il sig. Skipton padre, inseguente l'uccisore del figlio.
Qui dobbiamo spiegare che Skipton figlio, avendo inciampato durante il combattimento, era caduto; che la notte era buia; che il conte persuaso di avere ucciso il rivale s'era prontamente allontanato dal luogo del duello.
L'ostessa si mette in capo che il conte e la contessa sieno gli amanti che pensano di nascondersi fingendosi francesi, e comunica i suoi sospetti. Il futuro genero, Skipton, va da un giudice di pace per fare arrestare i fuggiaschi. Il conte durante questo tempo esce dal suo nascondiglio; e il vecchio generale lo carica di rimproveri sovra il rapimento della figlia, rimproveri che il conte attribuisce al suo omicidio. Ma quando il generale, cedendo alla sua emozione paterna, vuole stringere nelle sue braccia la sua cara Emma (che invece è la contessa) il conte non sa più che inferire da tutto questo imbroglio. Skipton ritorna con grande sorpresa del conte suo uccisore. Nuovo schiarimento. Ma alfine i veri amanti fuggitivi, la carrozza dei quali s'è rovesciata, ritornano; ed ottengono il loro perdono.
Vi sono alcune situazioni comiche in questo dramma. Lo stile è trascuratissimo, ma forse espressamente, onde far ridere di più. Spesso vi si canta, ed è allora che lo stile offre un inesplicabile modello di stravaganza. Queste sono quelle che gl'inglesi chiamano nonsense-songs, cioè canzoni senza senso; ed esse divertono prodigiosamente colà. E sia pure!
Il suddetto dramma è del signor Giorgio Colman che ha scritto con successo varie produzioni teatrali, e può essere dato come una mostra delle migliori commedie inglesi e moderne.
Non tralasceremo qui di notare che il tema n'è preso dalla commedia francese di Picart intitolata: le Conteur, ou les deux postes. Le mutazioni fattevi dall'autore inglese non gli danno però un gran merito d'invenzione; esse attestano bensì in sommo grado il gusto buffonesco che regna sul teatro comico di quella nazione, e sovratutto il pregio che si fanno colà gli autori comici di adulare i pregiudizj popolari contro la Francia. Invece del conte di Grenouille, Picart avea posto un inglese, dipingendolo come uomo originale, ma nondimeno rispettabile. Questo forse meritava un po' più di delicatezza per parte del sig. Colman, il quale abbellendosi d'un invenzione francese pareva inoltre non essere autorizzato a schernire la nazione da cui pigliava con qualche servilità ad imprestito.
A. C.