Le follie del secolo, romanzo filosofico del sig. Laurdoueix, ornato di sette caricature; seconda edizione; si vende in Parigi presso Pillet, rue Christine, n. 5.
Un giovanotto parigino, dopo aver trascorso parecchi anni nel paese del romanticismo, ove avrà probabilmente conosciuto l'anticlassico Schlegel, e Kant, e i suoi discepoli, ritorna alfine nella capitale. La di lui famiglia che si compone di gente alla buona, trova le sue estasi, le sue meditazioni, le frasi stesse con cui si esprime, così straordinarie, che, senza più, chiama il medico perché determini lo stato di salute del povero viaggiatore. Il seguace d'Esculapio che sa passabilmente guarire gli infermi di corpo, e che sulla scorta de' suoi antesignani, fa derivare da tale o tal'altro sintomo, tale o tal'altra malattia, prende i pensieri più vergini per istravaganze, la prosa poetica per linguaggio inesplicabile, e quel saltare di palo in frasca, sì caro alla scuola moderna, per follia bella e buona. I leggitori indovineranno facilmente di qual tenore sia stato il rapporto del medico alla famiglia; e confesso umilmente che s'io fossi stato chiesto del mio parere intorno un giovine, il quale asserisce che l'architettura gotica è l'unica che convenga alle nostre chiese, perché le idee cristiane sono evidentemente acute, non sarei forse stato in fraddue nel decidere.
Alle corte il giovanotto romantico è condotto in luogo di sicurezza senza ch'ei sel sospetti. Quivi credendo trovarsi con persone discretamente romantiche, non si scontra che cogli ultra della setta; e questa esagerazione da parte de' suoi colleghi, avendogli a poco a poco aperto l'intelletto, riconobbe che certe dottrine moderne non meritano che si passi la vita nell'ospizio di Charenton. Laonde un bel mattino fuggitosi da quel luogo e rientrato nella casa paterna, fece solenne rinunzia al romanticismo, e visse classicamente da buono e pacifico cittadino.
Quest'avventura che forma il soggetto del romanzo che annunziamo, è corredata di piacevolissime particolarità, da cui riceve il maggior risalto. L'elogio dell'opera per parte d'un giornalista non può esser sospetto, giacché in pochi giorni se ne smaltì la prima edizione, e la seconda è presso al suo termine.
(Estr. da un foglio straniero)