L'isoletta dei Cipressi; romanzo di Davide Bertolotti. Milano dalla società tipografica dei Classici Italiani, 1822.
L'Italia manca di romanzi originali, e ridonda di bassi volgarizzamenti di romanzi stranieri, in cui è manomessa ogni grazia di stile, ogni armonia di lingua, ogni tinta animatrice d'idee. Laonde saria debito, per quanto questo ramo di letteratura appaja frivolo, e talvolta periglioso, l'incoraggiare gli scrittori che avrebber'animo di riuscirvi, a comporne di proposito, ben inteso per altro, che dovessero scostarsi dal sistema dei romanzieri, che hanno in mira o d'esaltare le menti troppo facili a sedurre coll'esagerazione, o di guidarle per una via, donde trar non possono altro frutto che un fanciullesco passatempo. Se nel romanzo adunque si combinerà un fondo storico, o una buona imitazione di storia, con massime virtuose e morali, con insegnamenti per educare il cuore alla purezza degli affetti, e per avvezzar l'intelletto alle osservazioni ed ai raziocinj giusti, il tutto avvivato colle grazie dello scrivere, l'opera, pel suo genere, riuscirà di più agevole vantaggio di molte altre, e il veleno sarà trasmutato in rimedio. — Fra gli scrittori che in Italia manifestano un'ingegno atto a riuscire in questa sorte di composizioni, è da annoverare il sig. Davide Bertolotti, altrettanto fiorito scrittore di prose che elegante poeta. E infatti dalle mosse che prese poc'anzi colla pubblicazione d'un romanzo intitolato L'isola dei Cipressi, è da dire che non potea incominciare con miglior saggio. L'opera è di breve mole, e semplice come l'argomento; ma la sua riuscita potrà guidar quinci l'autore a voli più arditi; e se l'immaginativa di lui lo seconda, come non dubito, potrà egli in seguito ordire con più profondo magistero, le fila d'una più estesa tela, e seguire il passo dei Walter-Scott e dei d'Arlincourt; non già imitatore servile di quegli originali, ma originale egli stesso.
Non parlerò del suggetto di questo romanzo, per non scemare in chi ha il desiderio di leggerlo, il piacere della novità; bensì per dare un'idea dello stile e della lingua con cui è steso, i quali mi sembrano tenere quel lodevol mezzo che ogni uom di gusto desidera e di rado rinviene negli odierni scrittori, arrecherò un passo dell'opera. [...]