Un foglio di Parigi in occasione d'alcuni nuovi romanzi del medio evo si esprime ne' seguenti termini:
"Siamo veramente singolari nella nostra ammirazione e nel nostro entusiasmo! Il secolo presente ha una mania per la lettura di Walter Scott; ci ha taluno che si precipita con ardore nelle pittoresche descrizioni di viaggi, va in traccia con inquieta curiosità dei monumenti dei secoli XII, XIII e XIV, vuole lo stile di queste grandi epoche ne' suoi romanzi, nella sua poesia, nelle sue arti e perfino nelle decorazioni teatrali; niente gli piace tanto quanto la vista d'una chiesa gotica, colle sue ardite colonne, co' suoi fregi leggeri, colle sue pitture sui vetri e colle figure formate con semplice verità: esso va in estasi davanti ad un convento che si è sottratto alla distruzione, e sembra che voglia finalmente dopo le tempeste di questa vita riposare sotto quelle lunghe gallerie consacrate alla meditazione ed al silenzio. Noi percorriamo l'Inghilterra, la Scozia e l'Italia per moltiplicare le nostre rimembranze ed i nostri sentimenti; in una parola, nulla ci ha di grande, di bello, di maestoso quanto queste reliquie d'una trapassata grandezza, quanto queste tradizioni di secoli religiosissimi, e perciò anche in sommo grado poetici. — Per altro quali sentimenti risvegliano essi in noi? I nostri entusiasti stanno davanti a questi capi d'opera, come l'Ateo innanzi alle maraviglie della natura. Il loro spirito non oltrepassa le impressioni che la loro immaginazione ed i loro sensi ricevono. — Chi erano quelli, i quali produssero cose sì grandi? Qual genio, qual anima, qual talento possedevano? Qui si mostra l'orgoglio pseudo-filosofico nella pienezza della sua stupida temerità. Gli uomini che hanno lasciato al mondo sì grandi monumenti, erano fanatici, oziosi, ignoranti. Monaci! che ignominia per uno Stato incivilito! Far contemplazioni, orare, cantare inni religiosi, posseder beni inseparabili, ciò chiamasi non conoscere la legge della natura ed i diritti dello Stato! Spieghi peraltro chi può come uomini barbari ed ignoranti abbiano eseguite cose sì grandi, e perchè quelli che si tengono soltanto per illuminati, nulla producono fuorchè miserie".