SIBILLA ODALETA, Romanzo storico d'un Italiano. Presso Ant. Stella, Milano 1827; e trovasi da pochi giorni in Genova al Gabinetto Letterario di M. Gravier.
Benché non manchi al Genio italiano né fervida immaginazione, né lingua ricca e pieghevole, e per disgrazia nostra, ripiene sieno le patrie cronache di terribili vicende, ed atte a smuovere ogni sorta di affetti, ci mancava ancora il Romanzo storico, genere di letteratura in cui tanto si distinguono i Francesi e gl'Inglesi, e più di tutti l'immortale Scozzese, che sorto all'improvviso dalle montagne dell'antica Caledonia, sforzò imperiosamente la colta Europa ad arrestarsi innanzi alla violenta rappresentazione, che in mille diverse maniere le affacciò di paesi, d'uomini e di fatti barbari, temperandone ingegnosamente il ribrezzo con opportuni contrapposti, e giustificandoli coll'autorità della storia.
Ad occupare un seggio che rimase finora vacante è comparso non ha guari un romanzo che sostiene la ben meritata fama del suo illustre autore, e di cui di giorno in giorno ognor più si apprezza il merito, senza temere le critiche dell'invidia, né l'aculeo impotente di qualche Vespa, che risente forse un po' troppo lo stimolo del proprio istinto.
Il Romanzo storico che annunziamo viene secondo; né è poca gloria l'aver nome dopo i sommi. L'Autore, che modestamente cela il suo nome, c'informa che son questi i suoi primi passi, e ben da questi può argomentarsi quanto siano per essere grandi e felici i secondi.
Un Episodio delle guerre d'Italia alla fine del secolo XV forma la base di questo Romanzo. L'Autore fissando l'epoca de' fatti presi ad esporre al famoso passaggio di Carlo VIII, ha afferrato uno de' più notabili punti della Storia d'Italia, ed ha potuto mettere in scena per attori illustri personaggi di que' tempi, Lodovico il Moro in Lombardia, Pietro Medici, e il frate Savonarola in Firenze, in Roma Alessandro VI ec. L'Autore assicura inoltre che i fatti principali in esso annunziati riposano sopra basi storiche d'irrefragabile verità. Costretti dallo spazio ad esser brevi, non ci è possibile farne l'analisi, e termineremo colla ricapitolazione che ne fa un accreditato Giornale Italiano: "In mezzo a tanti variati fatti, che questa accurata composizione contiene, niun carattere si presenta, che non sia vero in natura, e proprio delle circostanze; niun tratto che a proporzione non interessi, niun che non esponga l'opportuna rivelazione delle cose. E la narrazione poi cammina senza minutezze che incagliano la curiosità del lettore, senza ricercatezza di stile e senza pedantesca elocuzione. Nobili, mezzani, infimi che sieno i personaggi, che in questo quadro figurano, tutti hanno il loro natural colorito, tutti il loro conveniente linguaggio."